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Carlo Aymonino, 1970:
"Nell'impostazione si è deliberatamente ignorato il « luogo », in quanto privo di suggerimenti naturali (un terreno piano senza caratteristiche rilevanti - né alberi, né corsi d'acqua) e artificiali (le scale limitrofe sono dei tradizionali parallelepipedi di 8 piani o delle torri di 12, disposti secondo un disegno notevolmente casuale); si è cercato pertanto di accentuare il « distacco » ricorrendo ad una forma generale il più possibile compatta e costruita, che al limite potesse risultare quasi un unico edificio, meglio un'unica costruzione.
l riferimenti formali sono stati conseguentemente molto determinanti sin dall'inizio, secondo due linee di sviluppo: la prima riprendendo ricerche precedenti (il concorso del Teatro Paganini in Parma) sulla « complicazione » delle destinazioni d'uso e dei volumi nei punti di sovrapposizione degli elementi funzionali (la sala del teatro nel caso di Parma, i negozi e le poche attrezzature collettive proponibili nel caso del Gallaratese); la seconda utilizzando come impianto di base elementi geometrici facilmente leggibili (i due triangoli) per negarli in parte o arricchirli nei punti di « contrasto » planimetrico e altimetrico (parti più alte o più basse della costruzione)."
AYMONINO, Carlo. Progetto architettonico e formazione della città. Lotus, Milão, n. 7, p. 20-41, 1970.
"Il progetto per il quartiere Gallaratese è stato terminato quest'anno; si tratta di un corpo di fabbrica autonomo che penetra, o termina, nell'unità residenziale di Carlo Aymonino. Non parlo di inserimento perché questo termine in architettura è troppo equivoco; la collaborazione si è limitata alle questioni principali che univano i due progetti. La mia profonda ammirazione per l'architettura di Aymonino mi ha reso libero da ogni problema di adeguamento; credo, guardando la planimetria generale, che il risultato sia positivo. La tipologia di questi due progetti, San Rocco e Milano, è diversa. Un complesso di corti nel primo progetto e un corpo lungo a ballatoio nel secondo. Le due tipologie - o forme tipologiche - rappresentano due riferimenti fondamentali tra i tipi edilizi dell'abitazione. L'aver assunto queste forme tipologiche rigidamente significa il riconoscere la preminenza tipologica nel discorso dell'abitazione dove la riduzione formale dei tipi è ormai del tutto rigorosa. Credo che si possa considerare questo il primo avvio alla progettazione; una proposizione per un sistema di progettazione." [p. 62]
ROSSI, Aldo. Due progetti. Lotus, Milão, n. 7, p. 62-85, 1970.
"Il movimento per la casa a Milano sta acquistando dimensioni generali, sta crescendo con il coinvolgimento sempre più massiccio di famiglie operaie che di ora in ora, a decine, si aggiungono a quelle che da alcune settimane già hanno preso possesso dei palazzoni GESCAL di Baggio. Ieri sera, dalle case occupate di Baggi, una colonna di famiglie con masserizie è andata nel vicino ghetto operaio del Gallaratese ed ha occupato una immensa costruzione di proprietà della società immobiliare Monte Amiata (dietro cui si nascondono le mani del Vaticano e della Montedison)." [p. 1]
"Già da questa mattina, dopo la prima notte di occupazione, il palazzo sta assumendo una nuova veste: bandiere rosse alle finestre, scritte enormi rivestono la facciata « Vogliamo un affitto proletario, 10 per cento del salario », « Lotta dura casa sicura ». [...]" [p. 1]
MILANO. Tremila proletari si prendano la casa. Lotta Continua - Giornale Quotidiano, Roma, ano III, n. 74, p. 1;4, 29 mar. 1974. Disponível em: <fondazionerrideluca.com>. Acesso em: 5 jul. 2016.